Libero Consorzio Comunale di Caltanissetta
(L.R. 15/2015)
già Provincia Regionale di Caltanissetta

 
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La Provincia

La provincia di Caltanissetta confina a nord con la provincia di Palermo, a est con la provincia di Enna, la provincia di Catania e la provincia di Ragusa e ad ovest con la provincia di Agrigento. Il territorio della provincia è prevalentemente collinare. Tuttavia si possono distinguere due zone geografiche ben distinte da caratteristiche morfologico-climatiche molto differenti: La zona settentrionale che comprende oltre al capoluogo, i comuni di: Acquaviva Platani, Bompensiere, Campofranco, Marianopoli, Milena, Montedoro, Mussomeli, Resuttano, San Cataldo, Santa Caterina Villarmosa, Serradifalco, Sutera, Vallelunga Pratameno, Villalba estendendosi fino ai distretti comunali di Delia e Sommatino La zona meridionale invece si estende al sud appunto della provincia comprendendo la costa e includente i comuni di: Butera, Gela, Mazzarino Nicemi e Riesi. La prima è un'area geografica morfologicamente difficile ad alto impatto visivo caratterizzata da ampi valloni (vaddruna in siciliano) e profondi dirupi. La provincia di Caltanissetta è detta anche "provincia dei valloni" o provincia "dei castelli", data la presenza di castelli usati come dimore estive o come roccaforti costruiti in epoca medioevale o rinascimentale su preesistenti roccaforti greche, romane o arabe: si ricordano il celebre "Castello di Pietrarossa" a Caltanissetta, quello di Mussomeli, il meglio conservato o “u cannuni” a Mazzarino. L'aspra morfologia del territorio ha influenzato l'andamento demografico, caratterizzato da centri piuttosto piccoli e scarsamente popolati ad eccezione del capoluogo, San Cataldo e Mussomeli. Tipico della zona nord della provincia è anche il tasso d'inquinamento dell'aria molto basso (la provincia di Caltanissetta si colloca nel 2006 tra le province con miglior qualità dell'aria in Italia ed Europa). La zona sud della provincia di Caltanissetta si presenta molto diversa da quella settentrionale, caratterizzata da colline che dolcemente arrivano a congiungersi con la fertile Piana di Gela, che occupa un'area mediamente vasta che include la costa e supera i limiti provinciali estendendosi anche nella vicina provincia di Ragusa. La zona conta i comuni più popolosi della provincia dopo il capoluogo (superato solo da Gela): Gela, Niscemi, Riesi e Mazzarino.

Il territorio presenta una prevalenza collinare all'interno mantenendosi a livelli che raramente superano i 500 m s.l.m. Solamente a nord, al confine con la Provincia di Palermo si rilevano alcune cime che arrivano a sfiorare i 900 m.; si tratta del Monte San Vito di 888 m che domina Mussomeli, di Monte San Paolino di 813, presso Sutera, della Montagnola di 877 m., di Monte Mimiani di 855, Monte delle Rocche di 832 m., Monte Fagaria di 813 e Monte Matarazzo di 825 m.. L'unica eccezione è costituita dalla Piana di Gela, seconda della Sicilia per estensione, che è delimitata da una cordigliera collinare, lungo il litorale, sul Golfo di Gela.

I fiumi
Il Salso è il principale fiume: lungo 122 km nasce nella provincia di Palermo, nelle Madonie dal quale si dipana con il suo ramo sinistro (Imera Meridionale) lambendo Caltanissetta e solcando la Valle del Salso, un ampio vallone che costituisce un ampio terrazamento naturale, e sfociando poi a Licata, in territorio agrigentino. Oggi di portata molto ridotta, in passato fu navigabile e nel 1994 provocò un'alluvione che procurò danni limitati. La maggior parte dei corsi d'acqua sono a carattere torrentizio ad eccezione del fiume Imera Meridionale che segna per un buon tratto il confine con la Provincia di Enna e con la Provincia di Agrigento, del fiume Salito e del bacino idrografico del fiume Gela con il suo affluente, il Maroglio.

I laghi
I laghi, sono tutti artificiali, fatta eccezione per il Biviere di Gela che è una palude costiera ed il Lago Sfondato, di sprofondamento e origine non chiara, che si formò nel 1907, e che pur non alimentato da immissari visibili è probabilmente sostenuto da acque di falda. Il lago, posto ad est del Monte Mimiani a 370 m s.l.m., ha un perimetro di 219 metri e una profondità di 13,5 m. Il Lago Disueri e il Lago Comunelli sono formati da sbarramenti, rispettivamente sul fiume Disueri e sul fiume Comunelli allo scopo di costituire delle riserve di acqua per le esigenze della provincia spesso sottoposta a lunghi periodi di siccità.

Clima
Caltanissetta si aggiudica il titolo di capoluogo siciliano più ventilato e più freddo subito dopo Enna. Nebbia, ghiaccio e neve (più raramente) caratterizzano gli inverni brevi ma intensi. Il capoluogo in particolare presenta minime piuttosto basse durante l'anno (0°/3°in inverno-15°/20°in estate) ma picchi di massime durante l'estate (45°/47°) che però è mai umida, afosa ma ventilata e secca. Dal clima tendenzialmente continentale del nord della provincia si passa al clima caldo-afoso della parte meridionale dove le temperature restano sempre abbastanza alte durante l'anno raggiungendo medie di 25° in estate e di 10° in inverno. Anche per quanto riguarda le precipitazioni si ha una sostanziale differenza tra nord e sud della provincia. Dai 700 mm annui della parte settentrionale (500mm nel capoluogo)si passa ai 400 mm annui della parte meridionale, che sovente patisce gravi periodi di siccità. Frequente è la presenza di nebbie e foschie, come d'altronde nell'intero versante interno sud-occidentale dell'isola.

Storia
La storia della provincia di Caltanissetta si presenta simile a quella di altre regioni contigue; l'insediamento umano più testimoniato sembra quello sicano con una persistenza nel tempo maggiore nelle aree interne che nelle zone costiere dove appare già nel VII secolo a.C. ben chiaro l'elemento greco. I Siculi sembrano aver colonizzato principalmente le zone costiere spingendosi verso l'interno sotto la pressione dei greci. La provincia di Caltanissetta divenne tale infatti non appena venne istituita la divisione provinciale nella regione. Infatti insieme a quelle di Palermo, Catania, Messina, Siracusa, Trapani e Agrigento venne istituita dai Borboni nel 1818 la provincia di Caltanissetta, che allora comprendeva il 40% dell'attuale provincia di Enna comprendendo il capoluogo (l'allora Castrogiovanni) e il 10% dell'attuale provincia di Ragusa; fino ad allora il territorio regionale infatti era suddiviso fra i tre valli, il Vallo di Mazara, il Val Demone e il Val di Noto, le tre macro aree, il cui confine era definito in senso nord-sud dalla linea dei due fiumi, Imera Settentrionale e Imera Meridionale. Nel periodo borbonico la storia della provincia è strettamente legata a quello dello sfruttamento dei giacimenti di zolfo quasi tutti in mano ad alcune famiglie nobili e funestata da immani tragedie per incendi e crolli in miniera le cui vittime sono sempre e soltanto gli sconosciuti e sfruttati minatori locali. Anche grazie alle miniere la provincia viene interessata dalle costruzioni ferroviarie della società ferroviaria settentrionale Vittorio Emanuele prima ancora che in altre zone con le direttrici, Catania-Caltanissetta e Canicattì-Licata completate tra il 1876 e il 1878, verso i due porti estremi di Catania e di Licata. La provincia di Caltanissetta si colloca tra le più povere dell'isola. L'entroterra nisseno che tuttavia è in ascesa negli ultimi anni grazie a progetti portati avanti sta appunto conoscendo un lento ma concreto sviluppo. Molto più problematica è la situazione della parte meridionale del nisseno, caratterizzata da un'economia depressa. Infatti questa zona della provincia, che dovrebbe essere più favorita dalla presenza dell'industria pesante e dalla morfologia nonché dallo sbocco sul mare, si trova oggi ad essere una delle zone più povere d'Italia con gravi problemi ancora irrisolti. Anche il terziario comunque risulta in sviluppo e da sempre svolge un ruolo primario nel capoluogo nisseno dove è presente una Corte d'appello (la quarta ed unica in Sicilia dopo quelle del capoluogo regionale,di Catania e di Messina) anch'essa costruita per l'importante posizione geografica del capoluogo.

Agricoltura
L'agricoltura occupa un posto importante nell'economia della provincia, in particolare per la produzione di grano, uva, olive, agrumi. Rilevante è in particolare la viticoltura, che vanta la presenza di distretti enologici tra i più vivaci e produttivi d'Italia (Vallelunga Pratameno, Riesi, Butera, Serradifalco, San Cataldo, Milena, Sommatino, Delia). Tipica la coltivazione del grano e del frumento con cui si fa un pane particolarmente buono, in particolare nel capoluogo. Sviluppato anche l'allevamento (specie Caltanissetta, San Cataldo, Marianopoli, Resuttano, Villalba, S.Caterina Villarmosa) nella parte più settentrionale della provincia. Rinomata la produzione dell'olio con frantoi d'eccellenza e dei carciofi nell'area di Niscemi.

Industria
Antica e a suo tempo redditizia fu la produzione, estrazione e lavorazione dello zolfo che si esportava in tutto il mondo e che oltre a interessare il capoluogo primariamente e la parte alta della provincia interessava marginalmente l'ennese e l'agrigentino. Dopo il tracollo dell'industria zolfifera siciliana la provincia ha stentato a trovare una nuova dimensione industriale: questa si è concretizzata a partire dalla fine degli anni 50 con l'impianto dei complessi di raffinazione e lavorazione del petrolio e dei suoi derivati nella Piana di Gela. La scelta non è stata delle più felici dal punto di vista ecologico ed ambientale dato che il Polo petrolchimico gelese è nato in un'area ecologicamente importante, a ridosso del Biviere di Gela, ed ha precluso lo possibilità di ricerche archeologiche in un'area di grande rilevanza storica nel periodo greco. L'impianto industriale all'inizio ha prodotto un incremento rapido dell'occupazione e del reddito pro-capite, dato che l'area era una delle più povere della Sicilia, con coltivazioni agricole a bassa redditività (seminativo e cotone), ma alla lunga la diminuzione costante della manodopera assieme all'aumento vertiginoso del costo della vita, si sono rivelati un'arma a doppio taglio con il progressivo abbandono delle attività agricole e l'aumento del tasso di disoccupazione nel settore industriale. L'industria oltre che essersi sviluppata a Gela è presente nel capoluogo con piccole e medie aziende (Prolat,Averna) e presenta punti d'eccellenza come nella fabbricazione di pipe e liquori esportati in tutto il mondo nonché produzione e lavorazione del sughero (Niscemi), polo tessile (Riesi) e fabbriche alimentari un pò disperse su tutto il nisseno. Negli ultimi decenni si è sviluppata l'area industriale e produttiva nell'area tra San Cataldo, Caltanissetta e Serradifalco. A Serradifalco è rinomata invece la produzione del miele d'eccellenza e della raffinazione e confezionamento del sale proveniente in gran parte dalla vicina provincia di Trapani.

Lo zolfo nisseno
La provincia di Caltanissetta è da sempre conosciuta come la provincia dello zolfo. Ancor oggi le persone più anziane, bonariamente, appellano i nisseni, con il nomignolo i sulfarara (gli zolfatari). Nella miniera Trabia conosciuta anche come la Sulfara ranni i primi lavori estrattivi risalgono ai primi anni del 1700; il minerale era così abbondante da essere visibile senza bisogno di scavare per cui bastavano una pala ed un piccone per raccoglierne grandi quantità. Secondo un censimento fatto nel 1834 le zolfare attive in Sicilia erano quasi 200; di queste ben 88 ricadevano nel comprensorio nisseno. Le più importanti erano la già citata miniera Trabia accomunata nella proprietà all'altra grande miniera Tallarita. Il grande bacino minerario, sito tra Riesi e Sommatino è attraversato dal fiume Imera Meridionale alla cui sinistra si trova la Tallarita e alla destra la Trabia. Nel 1904 oltre all'introduzione di metodi meccanici venne costruita anche una teleferica lunga 10 km che collegava la stazione ferroviaria di Campobello di Licata, della linea Canicattì-Licata con il bacino minerario Trabia-Tallarita. Altre miniere importanti, quella di Gessolungo nella quale vi fu una strage di operai nel 1882 a causa di un terribile incendio, e la Trabonella, attiva sin dal 1825, che si trovava sulla riva destra del fiume Imera, a 3 km dalla stazione ferroviaria omonima della Ferrovia Palermo-Catania. Il minerale veniva incendiato nei “Calcaroni”, speciali cumuli con canalette da cui colava lo zolfo fuso poi solidificato in panetti e pronto per la spedizione. Una variante più perfezionata era il cosiddetto forno Gill. Erano metodi altamente inquinanti per l'anidride solforosa immessa nell'atmosfera in quantità enormi che bruciava i polmoni di uomini e animali e la vegetazione circostante. Solo nel 1952, fu introdotto il metodo di flottazione che sostituì quello obsoleto di fusione. Nel 1957 un'esplosione di grisou fece franare il pozzo Scordia della Trabia-Tallarita mietendo molte vittime. Nel 1962 l'Ente Minerario siciliano assorbì le miniere rimaste in funzione, chiuse tuttavia definitivamente nel 1975. Le tremende condizioni di vita nelle miniere di zolfo sono ricordate in “Ciàula scopre la luna”, di Luigi Pirandello, dove si evidenzia il dramma dello sfruttamento del lavoro, dei carusi, ragazzini usati per scendere anche a centinaia di metri nei caldi cunicoli sotto terra, completamente nudi, e portare all'esterno sulle spalle le sacche piene di zolfo. Venivano ceduti dalle misere famiglie in cambio dell'anticipo di una somma esigua divenendo uno strumento dei picconieri. Il caruso riceveva solo il vitto, spesso solo pane, in miniera per tutta la vita, subendo violenze di ogni tipo, con gli occhi bruciati dalla polvere di zolfo, e la colonna vertebrale deviata per sempre. La visita di leva, arrivava puntuale, ma tutti i ragazzi delle miniere di zolfo venivano riformati per rachitismo, deformità o cecità.

La viabilità stradale
L'orografia difficile della provincia, che obbliga qualunque itinerario ad un continuo saliscendi con curve e tornanti, ha di fatto condizionato anche il sistema viario e ferroviario che oggi risultano obsoleti. È’ attraversata per una parte, a nord, dall'Autostrada A19 che presenta un raccordo di 9,3 km con caratteristiche di strada ordinaria dallo svincola di Imera fino al capoluogo, Caltanissetta. Tuttavia l'autostrada con 3 svincoli (Caltanissetta, Imera,Ponte Cinque Archi e Resuttano) serve discretamente bene il territorio settentrionale della provincia (Caltanissetta in testa, Santa Caterina Villarmosa, Marianopoli, Resuttano e Vallelunga Pratameno). Nella parte meridionale quando verrà completata la A18,che partendo da Messina,attraversa Catania, Siracusa arriverà a Gela. Prevista l'autostrada Caltanissetta-Agrigento che partirà dal capoluogo nisseno allacciandosi alla A19. Come suddetto la rete viaria e stradale è dunque vecchia ma in ammodernamento lento. Le altre strade, di alta potenzialità ma scarso valore vista la qualità è la Strada Statale 640 per Canicattì ed Agrigento, che ha un grosso traffico poiché collega Trapani e provincia e Agrigento e provincia ai principali centri della regione. A livello locale esistono la Strada Statale 122 Bis verso Santa Caterina Villarmosa, la Strada Statale 190 delle Solfare tra Canicattì e il bivio per Gela della Strada Statale 117bis Centrale Sicula e infine il tratto costiero di attraversamento della Strada Statale 115 Sud Occidentale Sicula. Le statali provinciali vecchie, malridotte andrebbero comunque rifatte soprattutto la SS122 che prosegue per Palermo e che collega il capoluogo nisseno con Mussomeli,la quale soffre specie d'inverno periodi d'isolamento a causa dell'inadeguatezza e l'inagibilità della strada. Di recente costruzione e oggetto di probabile e sperato raddoppio è la SS625 Caltanissetta-Gela che lambisce alcuni comuni dell'ennese e rappresenta un capolavoro dell'ingegneria con viadotti lunghi e alti collegando i maggiori centri della provincia. Il raddoppio di quest’ultima consentirebbe a Ragusa e provincia di essere velocemente collegati con i centri maggiori dell'isola, Palermo e Catania e completerebbe il piano d'interventi sulla rete stradale di questa parte dell'isola. a

Le ferrovie
La provincia è attraversata da un discreto numero di linee ferroviarie costruite tra la seconda metà e la fine del XIX secolo in virtù della presenza di miniere di zolfo in grande quantità che spinsero gli investitori a costruire linee ferrate verso i porti di Licata e Catania dato che per un certo periodo la Sicilia fu leader mondiale nella produzione del prezioso minerale, pur se a costi umani esorbitanti. La parte nord è attraversata dalla Ferrovia Palermo-Catania; da essa si dirama, nella Stazione di Caltanissetta Xirbi e la stazione di Caltanissetta Centrale, che rappresentano un importante snodo ferroviario nell'isola da dove si dipanano la linea per Canicattì ed Agrigento e la linea per Termini Imerese e Palermo. Il tratto costiero a sud è attraversato dalla Ferrovia Siracusa-Gela-Canicattì sulla quale, nella Stazione di Gela, confluisce la linea proveniente da Catania. Non è mai entrata in funzione invece la ferrovia a scartamento ridotto, per buona parte già costruita, che avrebbe collegato Canicattì a Caltagirone passando per i grossi centri nisseni di Delia, Sommatino, Riesi a Mazzarino anche questa frutto di una miope gestione delle opere pubbliche meridionali costruite in tempi così lunghi da risultare già vecchie all'atto dell'inaugurazione.

I porti
La provincia si affaccia sul mare soltanto a sud con predominanza di coste sabbiose pertanto non molto favorevoli ad insediamenti portuali. In conseguenza della nascita del Polo petrolchimico di Gela è stato costruito un apposito porto commerciale, il Porto Isola di Gela. A poca distanza, nella stessa area di Gela è presente un porto da pesca e diporto: il Porto Rifugio di Gela. A Gela si trova anche una Capitaneria di Porto.

Cultura
Il movimento culturale in provincia fa sicuramente capo al capoluogo. Negli ultimi anni comunque anche grazie alla ristrutturazione e riapertura della Biblioteca Comunale Scarabelli la città sta riconoscendo un momento di rilancio a livello culturale. I teatri e i cinema ed altri impianti funzionali della città contribuiscono allo sviluppo del movimento culturale: il Teatro Comunale Regina Margherita, il Cine-teatro Beauffremont, il centro culturale polivalente dedicato al compianto sindaco Michele Abbate, barbaramente assassinato nel 1998 e realizzato recuperando il vecchio macello della città, il Palazzo Moncada costruito dall’antica famiglia nobiliare nel XVI secolo ristrutturato per finalità ancora da stabilire ma già utilizzato per mostre e manifestazioni varie. A Caltanissetta, Leonardo Sciascia, nativo di Racalmuto nell'agrigentino visse e operò per circa 20 anni, ma anche Ruggero Settimo, Vitaliano Brancati, e Rosso di San Secondo. Delia ha dato i natali al famosissimo critico letterario Luigi Russo, Niscemi al poeta Mario Gori. Inoltre sono presenti in città circoli culturali ed Associazioni. E' da qualche anno in funzione il Parco Letterario “Regalpetra” dedicato a Leonardo Sciascia.

Lo Sport
Le attività sportive a Caltanissetta comprendono quasi tutte le discipline e numerose sono le società affiliate alle relative federazioni ed Enti di promozione sportiva. Gli eventi sportivi di particolare memoria risalgono agli anni ’20 quando venne organizzata la prima edizione della gara automobilistica “Coppa Nissena” quando si partiva da Sant’Anna per poi scendere verso Capodarso, risalire per la vecchia Castrogiovanni (oggi Enna) e poi ridiscendere dal versante di Villarosa per arrivare ad Imera, e ancora per proseguire per Barriera Noce e ritonare per la strada nazionale al traguardo di Sant’Anna. Due giri da percorrere, per un totale di 166 km e 600 metri. E’ la “nonna” delle cronoscalate siciliane e fa parte del patrimonio storico e sportivo dell’isola. Oggi la gara si tiene su un percorso a sicuramente con un percorso brevissimo. Poi il calcio, con la fondazione della Nissa Football Club la Nissa calcio, che nel 1933 militante nel campionato provinciale Ulic, e che per pochi punti non ebbe accesso negli anni '30 in serie B, sconfitta dal Catanzaro in casa. Oggi la squadra milita nel campionato di serie D. La principale società calcistica della provincia è il Gela Calcio. La squadra gelese ha raggiunto come suo massimo traguardo la Serie C1 nel 2005-06, ma dopo una sofferta salvezza ha dovuto rinunciarvi per problemi economici.. Lusinghieri successi sono stati raggiunti da diverse squadre di Pallavolo e Basket. Nella pallavolo invece la principale società è l'Heraclea Volley di Gela militante nel campionato nazione di serie B1.

Gli impianti sportivi
Il più importante stadio nisseno è l'ex Pian del Lago, dal 2007 ribattezzato Marco Tomaselli. Si tratta di un impianto inaugurato nel 1990, che può ospitare 15.000 spettatori in tribuna. È impiegato per l'atletica leggera, il calcio e il rugby. Lo stadio di Gela, il Vincenzo Presti, può ospitare fino a 4.200 spettatori. A breve verranno inaugurati a Gela ben due palazzetti dello sport, uno comunale e l'altro provinciale, che ospiteranno le gare interne delle principali società di pallavolo, basket e calcio a 5 della città. Anche San Cataldo, Niscemi, Sommatino e Delia contano discreti impianti sportivi. Il Palasport Provinciale “Giovanni Carelli” con i suoi 3500 posti a sedere per gli spettatori è da annoverarsi, nella sua tipologia, l’impianto più importante della Provincia. E’ dotato di impianto di illuminazione artificiale e di riscaldamento e di tutti i servizi di supporto all’attività sportiva. Infine la Piscina Comunale.

Musei

Musei nel comune di Caltanissetta
:
- Antiquarium Iconografico di Sabucina
- Museo Archeologico
- Museo d'Arte Sacra
- Museo Mineralogico e Paleontologico della Zolfara.

Musei nel comune di Gela:
- Museo Archeologico Regionale
- Antiquarium Iconografico e Mura Timoleontee di Capo Soprano.

Musei nel comune di Marianopoli:
- Museo Archeologico
- Museo Etnografico della Civiltà contadina.

Musei nel comune di Milena:
- Antiquarium Comunale.

Musei nel comune di Niscemi:
- Museo della Civiltà contadina "A. Marsiano"
- Museo Didattico Comprensoriale di Storia Naturalea.